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Manutenzione predittiva e Big Data: il tema affrontato dal direttore di ComoNExT Stefano Soliano e dallo startupper di Fluxedo Lorenzo Onofrio

22 Gennaio 2018

ComoNext si prepara alla rivoluzione dei dati puntando l’attenzione sui vantaggi forniti dai nuovi strumenti digitali e di analisi in un territorio, quello del Comasco, che come il Paese in generale si trova a fare i conti con un cambiamento che non è ancora in grado di gestire appieno. «Siamo un po’ tutti ai nastri di partenza – spiega Stefano Soliano, direttore generale di ComoNext – i Big data sono uno di quei temi che sta cominciando a prendere un po’ d’abbrivio. Non sono così negativo sul fatto che ci si arrivi anche in tempi abbastanza brevi». Il principale ostacolo è culturale: «Se serve aumentare la capacità di una linea produttiva o ridurre i costi del personale, l’imprenditore sa perfettamente cosa serve e cosa fare. Per le nuove pratiche 4.0, invece, intuisce che potrebbero essere utili ma fa molta fatica a capire quali siano le reali implicazioni che un’analisi dei dati può portare», prosegue Soliano. Al centro dell’attenzione di ComoNext, le Pmi del nostro territorio, per le quali la raccolta e l’analisi dei dati possono rivestire un ruolo di grande importanza in tema di taglio dei costi e risparmio che viene calcolato intorno al 20-30%: «II tema della manutenzione predittiva dei macchinari, ad esempio, è legato alla raccolta e all’utilizzo dei dati che potrebbero portare alle piccole imprese manifatturiere vantaggi notevoli in termini di costi e risparmio», precisa Soliano che identifica l’utilizzo dei Big data da parte delle aziende come «un volano che deve ancora essere messo in moto» e di cui ComoNext si fa carico. Tra i progetti, il parco tecnologico sta sviluppando un piano nel settore turistico.
Precursore dell’analisi, del monitoraggio e della ricerca sui nuovi sviluppi della sensoristica e dell’Internet of things è Fluxedo, startup innovativa dal 2013 incubata a ComoNext. «La grande innovazione dei Big data è che spesso le aziende hanno valore nei loro dati e devono trovare un modo per estrarre questo valore. Questo è il messaggio che trasmettiamo loro», spiega Lorenzo Onofrio, sviluppatore in ambito Big datae presidente del cda di Fluxedo. Dati prodotti ovunque e in continuazione che devono trovare il modo di essere analizzati e gestiti per creare valore e dare una spinta alla crescita dell’azienda. Un processo che Fluxedo sta portando avanti in contatto diretto con le realtà produttive: «Non c’è diffidenza verso i Big data. L’azienda è affascinata da questo mondo – prosegue Onofrio – ma spesso è difficile far capire che il vero cambiamento non sta nel passare da pochi a tanti dati ma nella qualità di questi dati che più sono capillari e diversi tra loro, più generano valore una volta messi a confronto. Così facendo si può capire dove sto facendo bene, dove male, dove posso andare a intervenire».

Testi tratti da La Provincia di Como, 22-01-2018

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