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Così la blockchain ci spiega tutti i segreti del cibo

1 Febbraio 2018

E’ dalla mente di un italiano che si è sviluppata una delle startup più promettenti nel settore della blockchain: Foodchain. Marco Vitale è il co-fondatore e ADdi Foodchain, società innovativa nata nel nel 2016 e ospitata presso Il ParcoScentifico Tecnologico ComoNext di Lomazzo. «Dopo aver studiato a lungo latecnologia blockachain in ambito bitcoin – ci racconta Marco – ci siamoconcentrati sul settore ‘food’. Siamo partiti da un numero, il valore dellacontraffazione del Made in Italy che raggiunge i 65 miliardi di euro l’anno.Bene, con la blockchain è possibile eliminare questo problema poiché la filieradiventa completamente tracciabile ed è quindi possibile identificare ognisingolo prodotto con un codice univoco a cui associare qualsiasi informazione».Il codice univoco di cui parla Marco è creato e associato all’account delproduttore (può essere, ad esempio, un QRcode). Questo codice è applicato albene che si intende tracciare: nel codice ci possono finire video, immagini,certificazioni. Tutti questi dati vengono immessi nel sistema diventandofruibili in maniera trasparente e inalterabile per sempre. «Per i contadinimeno evoluti tecnologicamente le informazioni possono essere trasferiteattraverso un registro digitale, mentre per contadini più ‘digitalizzati’possono collegare la nostra applicazione (e quindi il codice) ai sensori chehanno posizionati nel campo per la trasmissione dei dati. Lo stessoprocedimento potrà essere svolto da tutti gli operatori della filiera, dallalogistica al supermercato. Combattendo anche il mercato parallelo».

diariodelweb.it, 01.02.2018

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